«Due poesie del 1946» di Cesare Pavese.

Le piante del lago
ti hanno vista un mattino.
I sassi le capre il sudore
sono fuori dei giorni,
come l’acqua del lago.
Il dolore e il tumulto dei giorni
non scalfiscono il lago.
Passeranno i mattini,
passeranno le angosce,
altri sassi e sudore
ti morderanno il sangue
– non sarà cosí sempre.
Ritroverai qualcosa.
Ritornerà un mattino
che, di là dal tumulto,
sarai sola sul lago.

Anche tu sei l’amore.
Sei di sangue e di terra
come gli altri. Cammini
come chi non si stacca
dalla porta di casa.
Guardi come chi attende
e non vede. Sei terra
che dolora e che tace.
Hai sussulti e stanchezze,
hai parole – cammini
in attesa. L’amore
è il tuo sangue – non altro.

Cesare Pavese, Poesie del disamore e altre poesie disperse, 1962

[le liriche di questa miscellanea sono successive a «Lavorare stanca» e divennero famose grazie anche al suicidio dell’autore nel 1950. Le due poesie del 1946 non hanno titolo e descrivono una donna e un amore]

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