IL BUONO (Nazim Hikmet), IL BRUTTO (Stefano Benni) E IL CATTIVO (Charles Baudelaire): poesie d’amore a confronto, seconda parte (di Vittorio Panicara).

È iniziata con questo articolo una serie di confronti più o meno seri tra autori tra loro diversi e appartenenti a epoche tra loro lontane. Verranno citati estratti significativi di loro opere, un’opera per ogni poeta o narratore. Le citazioni saranno tutte pertinenti a un unico tema e da questo paragone potremo farci almeno un’idea delle caratteristiche specifiche dei loro testi e del loro valore letterario. Il riferimento ai titoli cinematografici ha una funzione orientativa e scherzosa al tempo stesso.

Questo primo articolo, suddiviso in due parti, si occupa delle seguenti raccolte poetiche:

  • Nazim Hikmet, Poesie d’amore, traduzione di Joyce Lussu, Oscar Mondadori, Milano 2002.
  • Stefano Benni, Prima o poi l’amore arriva, Universale Economica Feltrinelli, Milano 1999
  • Charles Baudelaire, Relitti e altri versi “maledetti”, traduzione di Alessandro Quattrone, Demetra Acquarelli, Prato 1995

Nella prima parte trovate le caratteristiche principali dei tre libri.

SECONDA PARTE: la sofferenza d’amore, amore e morte

LA SOFFERENZA D’AMORE

HIKMET

Addio

L’uomo dice alla donna
t’amo
e come:
come se stringessi tra le palme
il mio cuore, simile a scheggia di vetro
che m’insanguina le dita
quando lo spezzo
follemente.

L’uomo dice alla donna
t’amo
e come:
con la profondità dei chilometri
con l’immensità dei chilometri
cento per cento
mille per cento
cento volte l’infinitamente cento.

La donna dice all’uomo
ho guardato

con le mie labbra
con la mia testa col mio cuore
con amore con terrore, curvandomi
sulle tue labbra
sul tuo cuore
sulla tua testa.
E quello che dico adesso
l’ho imparato da te
come un mormorio nelle tenebre
e oggi so
che la terra
come una madre
dal viso di sole
allatta la sua creatura più bella.
Ma che fare?
I miei capelli sono impigliati ai diti di ciò che muore
non posso strapparne la testa
devi partire
guardando gli occhi del nuovo nato
devi abbandonarmi.

La donna ha taciuto
si sono baciati
un libro è caduto sul pavimento
una finestra si è chiusa.

È così che si sono lasciati.

BENNI

Prima o poi l’amore arriva

A un passaggio a livello
lontano dal mondo
un giorno d’agosto assolato
un capostazione annoiato
vide a un finestrino
di un accelerato
una signora bruna
e piú non lavorò
passava le serate
a guardare la luna
e i treni si scontravano
ma lui non li sentiva
prima o poi l’amore arriva.

BAUDELAIRE

Lo spettro

Come gli angeli dall’occhio fulvo
tornerò nella tua alcova,
scivolerò senza rumore verso te
con le ombre della notte,

e ti darò freddi baci
come la luna, ο bruna,
e carezze come un serpente
che striscia intorno ad una fossa.

Quando verrà il livido mattino,
troverai il mio posto vuoto
e resterà freddo fino a sera.

C’è chi usa la tenerezza,
sì, ma io regnerò sulla tua vita
e sulla tua giovinezza col terrore!

AMORE E MORTE

HIKMET

Ho sognato della mia bella

Ho sognato della mia bella
m’è apparsa sopra i rami
passava sopra la luna
tra una nuvola e l’altra
andava e io la seguivo
mi fermavo e lei si fermava
la guardavo e lei mi guardava
e tutto è finito qui.

BENNI

Delitto in interno familiare

Lui
disse a lei
spegni la tivù
non ne posso più
No non la spengo
rispose lei
son fisime le tue
e lui
le spense tutte e due

BAUDELAIRE

Il tramonto del sole romantico

    Com’è bello il sole quando freschissimo sorge

    e come un’esplosione ci lancia il suo buongiorno!

    – Fortunato colui che potrà con amore

    salutarne il tramonto più fastoso d’un sogno!

    Ricordo… Ho visto tutto, fiore, solco, sorgente

    come un cuore in deliquio fremere sotto il suo sguardo…

    – Corriamo, è tardi, corriamo verso l’orizzonte,

    per afferrarne almeno qualche obliquo raggio!

    Ma io inseguo invano il Dio che si nasconde;

    la Notte inarrestabile stabilisce il suo regno,

    nera e piena di brividi, umida, funesta;

    galleggia nelle tenebre un odore di tomba

    e il mio piede pauroso sull’orlo dello stagno

    urta rospi imprevisti, fredde lumache calpesta.


COMMENTO

Rispetto alla prima parte dell’articolo, possiamo vedere meglio in queste coppie di poesie i contrasti e le differenze enormi esistenti tra questi tre poeti. La passione amorosa nelle poesie di Hikmet ha sempre un aspetto ideale, ma proiettato sulla realtà, con la quale spesso confligge. Ciò è evidente in «Addio», quando il principio di realtà allontana l’uomo non solo dalla sua donna adorata, ma anche da suo figlio. Solamente in sogno («Ho sognato della mia bella») la donna perduta riacquista una consistenza struggente, che mostra quanto effimeri siano amore e felicità.
Benni adopera lo strumento della narrazione ironica: l’amore sa farsi attendere, i treni passano, il tempo si srotola di fronte a noi ma l’amore prima o dopo arriverà. In «Delitto in interno familiare» la morte viene allontanata da un umorismo nero che in fondo ha una funzione consolatoria.
Baudelaire, infine, di gran lunga il più complesso dei tre autori, non si accontenta della sensualità, ma ci fa intravedere in «Lo spettro» l’aspetto della persecuzione amorosa e del possesso totale. Più enigmatica «Il tramonto del sole romantico», per quanto il titolo ci dia un’indicazione utilissima. Il sole che tramota più fastoso d’un sogno è la cornice di uno slancio umano, vitale e amoroso insieme, che cerca invano negli ultimi raggi solari di trattenere la vita, magari immaginando l’esistenza di Dio. Ma la Notte funesta avanza implacabile e sotto metafora (forse una personificazione) ci fa capire quanto inevitabile sia la morte: galleggia nelle tenebre un odore di tomba.

Un pensiero riguardo “IL BUONO (Nazim Hikmet), IL BRUTTO (Stefano Benni) E IL CATTIVO (Charles Baudelaire): poesie d’amore a confronto, seconda parte (di Vittorio Panicara).”

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