Memoria e scrittura in una citazione di Marcel Proust.

Così, in ciò che l’essere tre o quattro volte resuscitato dentro di me aveva appena assaporato [riferimento ai segnali della memoria involontaria, poco prima narrati] potevano esserci, certo, dei frammenti d’esistenza sottratti al tempo; ma tale contemplazione, sebbene d’eternità, era fuggitiva. E tuttavia io sentivo che il piacere ch’essa m’aveva dato, a rari intervalli, nel corso della mia vita, era il solo piacere fecondo e vero. L’irrealtà che segna gli altri non è forse abbastanza evidente, […] Questa contemplazione dell’essenza delle cose ero dunque ben deciso, adesso, a non perderla di vista, a fissarla, ma come? con quale mezzo? [anticipazione della necessità di scrivere]

Marcel Proust, Il tempo ritrovato, Mondadori.

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