«LA STUPIDITÀ È DI MODA» («Dummheit hat Hochkonjunktur», Sonntagszeitung, 7 novembre 2021, traduzione).

La nota psichiatra Heidi Kastner spiega perché discutere sempre con tutti non vale la pena. E spiega chi sono quelli che tendono a prendere decisioni stupide.
Testo di Nadja Pastega, foto di Christian Huber. Traduzione di Vittorio Panicara e Ueli Hepp.
La parte in corsivo riassume altre domande e risposte.

Heidi Kastner

Mai come in questo tempo di pandemia, così litigioso, siamo portati a definire «stupidi» gli altri e intelligenti noi stessi. La psichiatra Heidi Kastner (59 anni) ha scritto un libro sulla stupidità arrivando alla seguente conclusione: «Gli stupidi hanno provocato più danni delle armi».

DOMANDA: Nel suo nuovo libro lei dichiara che essere stupidi non riguarda il QI e non ha nulla a che fare con la capacità di contare, o con la padronanza nelle lingue straniere. «Stupido» è un atteggiamento?
RISPOSTA: È una tendenza, quella di ignorare i fatti, di ignorare le conseguenze negative a lungo termine per sé e per gli altri a favore dei vantaggi apparenti e a breve termine. Gli stupidi non sanno riconoscere se stessi come parte di un tessuto sociale; per loro al primo posto vengono sempre e soltanto i propri interessi.

Quello di Donald Trump non potrebbe essere un buon esempio, essendo lui in buona sostanza un delinquente capace di analizzare una situazione, tirarne le conseguenze e raggiungere così il successo. Tattica applicata in modo efficace.

D.: …e guadagnando così una folla di seguaci.
R.: L’intelligenza non deve essere necessariamente collegata alla morale. Trump in effetti ha agito a proprio vantaggio e in modo conseguente a danno degli altri.

Se volessimo scegliere la persona più stupida della storia avremmo una scelta fin troppo ampia, ma Hitler sarebbe un buon candidato, capace di annientare milioni di uomini, di innescare una guerra mondiale e di danneggiare al massimo grado sia gli altri che se stesso.
La stupidità è un fatto di cui dobbiamo sempre tener conto.

D.: Un buon grado di istruzione non è chiaramente una buona ricetta. Non sono dei sempliciotti senza istruzione quelli che, per esempio, seguono i fondamentalisti dello Stato Islamico.
R.: La caratteristica principale delle persone stupide è che riconoscono priorità esclusiva alla propria posizione e ignorano tutto il resto. Questo lo si vede anche in questa pandemia da coronavirus, in cui le persone dicono «Io resto interamente con me stesso».

Ciò riguarda l’autoresponsabilità.

D.: Cosa significa questo davvero?
R.: Significa: io bado solo a me stesso e non agli altri. Questo può funzionare solo se vivo come un eremita del tutto isolato in una caverna da qualche parte. Allora, per quanto mi riguarda, sono responsabile di me e non degli altri. Ma non appena vengo immesso in un contesto sociale più grande, questa pseudo-parola dell’autoresponsabilità non è altro che una completa stupidaggine. La pandemia da coronavirus è incredibilmente fertile per il tema stupidità.
D.: In che senso?
R.: Perché ci sono persone che nelle ferie viaggiano nei paesi esotici e si lasciano somministrare vaccini che comportano sicuri effetti collaterali. Perché nessuno si ricorda che l’attuale vaccino per l’epatite B, prima che venisse esteso su larga scala, è stato testato su una parte piccola, se confrontata con il numero delle persone attualmente sottoposte a esperimento per il vaccino al coronavirus. Nessuno di quelli che vanno in giro a piangere e a tuonare contro i vaccini per il covid si è informato sulle basi scientifiche dei vaccini che già da tempo riceve.
D.: Quindi gli oppositori ai vaccini covid sono stupidi?
R.: Sì, occorre giungere a questa conclusione.

La società al momento è divisa, a favore o contro i vaccini, due mondi che non si parlano, e questo andrebbe evitato.

D.: E come?
R.: La cosa preferibile in principio è quella di essere pronti al dialogo, ma a patto che ci sia disponibilità da entrambe le parti. Gli altri atteggiamenti, quelli odierni, bisogna chiamarli con il loro nome, vale a dire una combinazione di due monologhi senza scopo e prevedibilmente inconcludenti. Così si risparmiano lo spreco di fatica, i nervi e il tempo per discutere con persone che confondono il loro diritto di avere un’opinione personale con il diritto di avere fatti personali. È da creduloni pensare che sia un dovere quello di tenere aperto il dialogo. Il governo deve semplicemente decidere, e sulla base delle conoscenze scientifiche disponibili.
D.: Ma non si dovrebbe considerare stupido anche chi crede alla scienza, le cui conoscenze sono valide fintanto che non se ne dimostra il contrario?
R.: No, credere alla scienza non è stupido. Essa è sempre in movimento. Lo stato attuale della ricerca è ogni volta lo stato migliore possibile, ma soggiace strada facendo ad altri cambiamenti, perché la scienza acquisisce sempre nuove conoscenze. La scienza presuppone sempre che le cose siano in corso e che le posizioni si modifichino.
D.: Ma la fiducia negli scienziati e negli esperti è parzialmente in crisi. Perché?
R.: Probabilmente questo lo si può cercare più indietro nel tempo, ma è diventato particolarmente evidente con il governo Trump e il suo ineffabile slogan dei fatti alternativi. Non esistono fatti alternativi. Ci sono i fatti e le stupide posizioni di quelli che i fatti li ignorano. Una volta, come minimo, si riconosceva che c’era qualcuno che aveva studiato qualcosa, che se ne intendeva e che sapeva ciò che diceva. Gli altri o tenevano la bocca chiusa, o accettavano ciò che dicevano gli esperti. Nel frattempo, si considera accettabile dire che gli esperti sono bugiardi. Si è sempre più pronti a credere alle teorie complottiste.
D.: Ha una spiegazione per questo?
R.: La crescente complessità del mondo ha sicuramente rafforzato questa tendenza. Le teorie complottiste sono tanto più attrattive, quanto più sono universalizzanti e quanto più offrono un modello interpretativo del mondo. Questa sfiducia negli esperti e questo gran parlare di un’epoca post-fattuale o di fatti alternativi crea una disposizione di fondo che dà forma alla propria posizione sulla base di qualunque idea astrusa, e porta a confondere la libertà dei fatti con la libertà delle opinioni.
Si pensi alle bizzarre teorie sui vaccini. Inoltre, non si dovrebbe concedere tanta risonanza e tanto potere agli stupidi, perché questo potrebbe essere pericoloso. In una società libera è legittimo danneggiare se stessi, non gli altri.
D.: È cresciuta la stupidità, secondo lei?
R.: La stupidità è di moda! Mi meraviglia sempre constatare in quanti campi le persone si attribuiscono un sapere e una capacità che non hanno. Se si rompe una lavatrice, è assolutamente normale chiamare uno specialista. Ma su temi tanto più complessi alcuni ribollono di certezze. Un campo di gioco prediletto è la medicina, in cui oggi brulica gente autoproclamatasi specialista. In questo caso si danno consigli del tutto infondati sulla base di semplici “sensazioni”. Lo ha detto lo scrittore Charles Bukowski: «Il problema è che gli uomini intelligenti son pieni di dubbi, mentre gli stupidi sono pieni di certezze». La stupidità ha smesso di vergognarsi.
L’esperienza dimostra che ben pochi oggi osano dichiarare «Non lo so», se non sanno qualcosa.
D.: Possiede dei criteri di misurazione della stupidità?
R.: Sarebbe presuntuoso dire che si potrebbe misurare esattamente la stupidità. Non si può. Fino ad oggi non esiste una buona definizione di intelligenza. Di sicuro si possono definire stupidi quelli che arrivano con le loro verità “sentite”, o con le loro intuizioni, e dicono che l’intuizione è una fonte essenziale di conoscenza.
Se si tratta di valutare i fatti, l’intuizione è pericolosa, mentre invece è utile per sentire simpatia o antipatia per qualcuno.
D.: Come psichiatra forense lei è anche perito riconosciuto per i processi penali e si occupa dei peggiori delinquenti. Il male ha qualcosa a che fare con la stupidità?
R.: Sì, spesso. Si tratta sempre di soddisfare le proprie esigenze il più presto possibile. Il fatto tragico è che molti delitti, a posteriori, si rivelano del tutto privi di senso e sono soltanto dolorosi. Non c’è nessun mistero. Il male non ha fascino, di norma è solo stupido.
La psichiatra fa poi riferimento al famoso caso di Josef Fritzl, il “mostro di Amstetten”, di cui è stata perito, a conferma delle sue teorie. Le persone stupide non riconoscono mai le loro responsabilità e non mettono mai in discussione se stesse. Gli altri, invece, ammettono di non fare sempre la cosa più intelligente.

3 pensieri riguardo “«LA STUPIDITÀ È DI MODA» («Dummheit hat Hochkonjunktur», Sonntagszeitung, 7 novembre 2021, traduzione).”

  1. Direi che ha centrato l’obiettivo magistralmente, soprattutto quando afferma che gli stupidi hanno provocato più danni che le armi. È vero anche che la stupidità è diventata di moda, per cui fa ancora più danni, ora poi si può anche condividere.

    Un saluto

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