Due citazioni di Eugenio Montale sulla vita e l’infelicità.

Foto da: Il gufo stufo

Io sono stato un poeta che ha scritto un’autobiografia poetica senza cessare di battere alle porte dell’impossibile. Non oserei parlare di mito nella mia poesia, ma c’è il desiderio di interrogare la vita. Agli inizi ero scettico, influenzato da Schopenhauer. Ma nei miei versi della maturità ho tentato di sperare, di battere al muro, di vedere ciò che poteva esserci dall’altra parte della parete, convinto che la vita ha un significato che ci sfugge. Ho bussato disperatamente come uno che attende una risposta.

Citato in Loretta Marcon, Giobbe e Leopardi: La notte oscura dell’anima, Guida Editore, Napoli, 2005


L’uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi. Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione sine qua non di piccole e intermittenti felicità. [si veda qui la poesia Felicità raggiunta, da Ossi di seppia]

Da «Il volo dello sparviero», in Farfalla di Dinard, Mondadori

Lascia un commento