LE CITAZIONI DEL MARTEDÌ: KARL MARX (di Vittorio Panicara).

Si può piluccare qua e là nell’immenso giardino del marxismo, in realtà non troppo rigoglioso, senza suscitare la reazione stizzita di qualche anticomunista viscerale o, al contrario, di qualche aficionado dei sogni e dei dogmatismi del tempo che fu? L’intento di questo breve articolo è solo quello di fugare un paio di pregiudizi e, se possibile, di favorire una riflessione “laica” sul pensiero di Marx e di Engels. Lungi da me l’idea di tracciarne anche solo un sommario o un profilo esaurienti.

In fondo ciò che segue sarebbe valido anche accettando in linea di principio la critica recente di un difensore del pensiero liberale come Giuseppe Bedeschi (da «Il marxismo dopo Marx», ed. Castelvecchi, 2018):

la dottrina di Marx, quale si ricava dai numerosi libri da lui scritti, presenta diverse incongruenze, contraddizioni, lacune, che la inficiano gravemente.

(si legga in proposito: http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/ideologici-e-confusi-che-resta-marx-non-marxismo-1522604.html

La cosa più probabile in merito è che il pensiero di Marx oggi sia accettabile solo in parte. Del resto, c’è un solo filosofo che oggi potremmo riprendere in toto come modello unico e universale?

Formulerò volta per volta delle domande semplici, perfino ingenue, portando poi delle citazioni come risposta.

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1) Da dove parte la riflessione di Marx, da un’idea astratta di individuo e di società? Ecco la risposta, di segno negativo:

I presupposti da cui muoviamo non sono arbitrari, non sono dogmi: sono presupposti reali, dai quali si può astrarre solo nell’immaginazione. Essi sono gli individui reali, la loro azione e le loro condizioni materiali di vita, tanto quelle che essi hanno trovato già esistenti quanto quelle prodotte dalla loro stessa azione.

Marx-Engels, Ideologia tedesca.

 

2) Il pensiero di Marx è un’ideologia? Non nel senso suo specifico:

Le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti; cioè, la classe che è la potenza materiale dominante è in pari tempo la sua potenza spirituale dominante. La classe che dispone dei mezzi della produzione materiale dispone con ciò, in pari tempo, dei mezzi della produzione intellettuale, cosicché ad essa in complesso sono assoggettate le idee di coloro ai quali mancano i mezzi della produzione intellettuale. Le idee dominanti non sono altro che l’espressione ideale dei rapporti materiali dominanti, sono i rapporti materiali dominanti presi come idee: sono dunque l’espressione dei rapporti che appunto fanno di una classe la classe dominante, e dunque sono le idee del suo dominio. Gli individui che compongono la classe dominante posseggono fra l’altro anche la coscienza, e quindi pensano; in quanto dominano come classe e determinano l’intero ambito di un’epoca storica, è evidente che essi lo fanno in tutta la loro estensione, e quindi fra l’altro dominano anche come pensanti, come produttori di idee che regolano la produzione e la distribuzione delle idee del loro tempo; è dunque evidente che le loro idee sono le idee dominanti dell’epoca.

Marx-Engels, Ideologia tedesca.

 

3) Per Marx il lavoro è fondamentale perché è fonte di ogni ricchezza? No.

Il lavoro non è la fonte di ogni ricchezza. La natura è la fonte dei valori d’uso (e in questi consiste la ricchezza effettiva!) altrettanto quanto il lavoro, che (poiché) esso stesso è soltanto la manifestazione di una forza naturale, la forza lavoro umana. (…) L’uomo entra preventivamente in rapporto, come proprietario, con la natura, fonte prima di tutti i mezzi e oggetti di lavoro, e la tratta come cosa che gli appartiene.

Karl Marx, Critica del programma di Gotha, art.1

 

4) La trasformazione rivoluzionaria di tutta la società è data per certa nel materialismo storico? Mica tanto (si guardi la sottolineatura)…

La storia di ogni società sinora esistita è storia di lotte di classi. Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in una parola oppressi ed oppressori sono sempre stati in contrasto fra di loro, hanno sostenuto una lotta ininterrotta, a volte nascosta, a volte palese: una lotta che finì sempre o con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o con la rovina comune delle classi in lotta.

Marx-Engels, MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA – 1848

 

5) Il capitalista è di per sé uno spregevole avaro?

Il capitalista ha in comune con l’avaro l’amore della ricchezza come fine a se stessa. Ma ciò che nell’avaro è soltanto un’idiosincrasia, nel capitalista è l’effetto di un meccanismo sociale, del quale egli è soltanto una fra le tante ruote. 

Karl Marx , Il capitale, libro I

 

6) C’è almeno una previsione di Marx che si è avverata? Purtroppo sì, sentiamo una testimonianza recente…

Maggiore sarà il successo del capitalismo nel convertire il lavoro in una merce, minore sarà il valore che ogni unità genererà, minore il profitto e, infine, più vicina la prossima odiosa recessione sistemica dell’economia.

Yanis Varoufakis, «Confessioni di un marxista irregolare. Salvare il capitalismo da se stesso?»

 

Buona riflessione a tutti…

 

 

P.S.

Per chi vuole leggere i classici di Marx ed Engels:

https://www.marxists.org/italiano/marx-engels/index.htm

Una testimonianza che si spera obiettiva:

http://www.treccani.it/enciclopedia/marxismo_%28Enciclopedia-delle-scienze-sociali%29/

 

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