L’AUTORE DEL GIOVEDÌ, LE «MASSIME» DI W. GOETHE: LA SAGGEZZA DI UN GRANDE (a cura di Vittorio Panicara)

Può ancora insegnarci qualcosa un libro tanto lontano nel tempo, un testo contenente giudizi, riflessioni e raccomandazioni sulla vita e sul mondo? Sì, se l’autore è un classico.

Ecco allora un ottimo consiglio di lettura:

Johann Wolfgang Goethe, Massime e riflessioni, 1833.

Naturalmente questo articolo intende solo proporre una “passeggiata” tra le citazioni tratte dalle Massime goethiane, stimolandone una lettura integrale. Contemporaneamente, rileveremo la modernità di alcuni aspetti del pensiero del grande tedesco.

 

Goethe vede nella “cultura” il riflesso della razionalità di chi rielabora opportunamente le informazioni ricevute durante la sua vita (e ciò è “natura”, intesa in senso idealistico), ma, da buon romantico, valorizza le virtù morali, la magnanimità del nostro interlocutore:

Comunicare l’un l’altro, scambiarsi informazioni è natura, tener conto delle informazioni che ci vengono date è cultura.

Non vi è al mondo gioia pura e calda come quella di vedere una grande anima che si apre a noi.

Ma in cosa consiste la virtù? Nell’essere autonomi e saggi, previdenti e capaci di accettare le avversità della vita, ma anche risoluti e votati all’azione. L’uomo ideale di Goethe ama la giustizia, ma non il potere, ma non è uno spirito contemplativo, è audace e sa cogliere al volo le occasioni della vita. Ma attenzione, anche in lui possono esserci lati oscuri, inconfessabili, pur potendo arrivare alla felicità.

È felice e grande solo chi non ha bisogno di comandare o di obbedire per essere qualcuno!

Felice colui che riconosce in tempo che i suoi desideri non vanno d’accordo con le sue disponibilità.

Ciò che trasforma la vita in una benedizione non è fare ciò che ci piace, ma farci piacere ciò che facciamo.

Qualunque cosa tu possa fare o sognare di fare, incominciala. L’audacia ha in sé genio, potere e magia. Incomincia adesso.

Non basta sapere, si deve anche applicare; non è abbastanza volere, si deve anche fare

Ognuno ha nella propria natura cose che, se espresse apertamente, non potrebbero che dispiacere.

Riguardo alla società e allo Stato, le conseguenze sono chiare: Goethe propende per un governo che rispetti gli uomini e il loro bisogno, ben al di là del concetto di tolleranza.

Qual è il miglior governo? Quello che ci insegna a governarci da soli.

La legge è potente, ma più potente è il bisogno.

La tolleranza dovrebbe essere una fase di passaggio. Dovrebbe portare al rispetto. Tollerare è offendere.

Non sembra, in sintesi, una visione arretrata della società. Anzi, sembra anticipare la dinamicità della vita del secolo successivo e della nostra.

 

Naturalmente, la vera e propria filosofia di Goethe, con le sue concezioni della natura e della religione, è qualcosa di più complesso, influenzata com’era, tra gli altri, da Giordano Bruno, Spinoza, Schelling e Schiller; per un’informazione veloce si guardi in http://www.goetheinitalia.it/johann-wofgang-von-goethe/filosofia-e-religiosita/

Per una visione d’insieme è consigliabile la voce del dizionario Treccani: http://www.treccani.it/enciclopedia/johann-wolfgang-von-goethe/

Alcuni testi in versione integrale italiana sono reperibili in Liber Liber: https://www.liberliber.it/online/autori/autori-g/johann-wolfgang-von-goethe/

 

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